La cera d'api: una storia millenaria
di luce e protezione

La cera d’api accompagna la storia dell’uomo da millenni. È una delle prime sostanze naturali a essere state utilizzate per la sua purezza, stabilità e capacità protettiva, diventando un simbolo di luce e incorruttibilità.


La sua natura organica e la sua straordinaria durata nel tempo la rendono oggi una delle materie prime più ricercate per la cura del legno, il restauro e le finiture naturali.

Le origini: la cera d'api nell'Antico Egitto

Le prime testimonianze dell’uso della cera d’api risalgono all’Antico Egitto. Era utilizzata per imbalsamare, sigillare papiri, modellare statue votive e proteggere oggetti sacri. Considerata un dono dell’ape — simbolo di rigenerazione e anima — veniva associata alla purezza e alla continuità della vita.


Nelle tombe dei faraoni sono state ritrovate tracce di cera ancora perfettamente conservata dopo migliaia di anni, prova della sua
stabilità straordinaria.

Grecia e Roma

Una risorsa versatile e preziosa

In Grecia e nell’antica Roma, la cera d’api divenne protagonista in ambiti pratici e artigianali: serviva per creare le tavolette cerate per la scrittura, impermeabilizzare vasi e navi e preparare unguenti cosmetici e terapeutici.


Gli artigiani scoprirono presto il suo valore per la
protezione del legno: miscelata a oli e resine, la cera nutriva la superficie senza sigillarla, lasciando traspirare il materiale e preservandone l’integrità.

Medioevo

L'arte delle cere e il valore del sapere monastico

Nel Medioevo, la cera d’api divenne una materia prima preziosissima. I monasteri la utilizzavano per realizzare candele pure, riservate ai luoghi sacri, mentre i falegnami e i restauratori iniziarono a formulare le prime ricette di cere per il legno.


Le miscele — composte da cera d’api, olio di lino e trementina — servivano per proteggere mobili, travi e porte dall’umidità e dal passare del tempo, dando origine a una tradizione artigianale ancora oggi riconosciuta.

Rinascimento

La cera d'api nelle botteghe dei maestri

Tra Rinascimento ed età moderna, la cera d’api divenne un ingrediente essenziale nelle arti decorative.


I maestri ebanisti la utilizzavano per
esaltare la bellezza naturale del legno, donando ai mobili una lucentezza calda, morbida e ricca di profondità.

La cosiddetta “cera vergine” era sinonimo di qualità, e il suo profumo caratteristico riempiva le botteghe degli artigiani che lavoravano con passione e precisione.

Oggi

Un materiale autentico per il legno e per il restauro artistico

Nonostante l’arrivo di prodotti industriali e sintetici, la cera d’api rimane insostituibile per chi ricerca autenticità, naturalità e tradizione.


È ancora utilizzata per la cura dei
mobili antichi, per le finiture naturali del legno e nei laboratori di restauro conservativo. La sua composizione — un equilibrio perfetto — la rende un vero balsamo: nutriente, protettivo e traspirante.

Vista dall'alto: ingredienti per prodotti per la cura della pelle, tra cui un barattolo di balsamo giallo, una bottiglia di olio essenziale e fogli di cera d'api.

Un gesto antico che vive ancora oggi

Usare la cera d’api significa compiere un gesto radicato nella storia: un atto in armonia con la natura e con il sapere artigianale tramandato nei secoli.


È un modo per nutrire il legno come si nutre la pelle, riportando alla luce la sua bellezza viva e autentica.


La sua storia millenaria continua nelle mani di chi, ancora oggi, sceglie di prendersi cura delle superfici con rispetto, consapevolezza e amore per i materiali naturali.

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